Chi sono? Domanda che sembra ovvia, quasi banale, tutti siamo convinti di sapere chi siamo eppure, se ci fermiamo a pensare anche solo per pochi secondi alla risposta, scopriremo presto che non è così automatica.
Per definire chi siamo partiamo dai nostri ruoli sociali: figlio/a, madre/padre, sorella/fratello e così via, per non parlare del ruolo lavorativo che plasma buona parte della nostra identità. Se però iniziamo a pensare alle nostre emozioni, ai nostri punti di forza e di debolezza, alle nostre abilità, fare un’autovalutazione di noi stessi richiede tempo ed energia.

La conoscenza di sé è un lavoro centrato sullo sviluppo personale che apre la strada della consapevolezza; come affermava Buber “Cominciare da sé stessi, ecco l’unica cosa che conta. In questo preciso istante non mi devo occupare di altro che non sia questo inizio”. È proprio dall’osservazione e dalla comprensione delle proprie emozioni che l’individuo sviluppa una buona conoscenza di sé, capacità di gestione dello stress, senso di autoefficacia e orientamento all’obiettivo. Gli individui che possiedono una buona capacità riflessiva su di sé e sui propri comportamenti sono tendenzialmente più inclini ad individuare i propri punti di forza e di debolezza, affrontando la situazione o il compito lavorativo con maggiore successo. Di conseguenza anche il senso di autoefficacia percepito sarà elevato, garantendo una buona gestione delle situazioni di stress.

Quando un individuo prende consapevolezza di sé, inizia a porsi degli obiettivi chiari da perseguire, specifici e stimolanti, si impegna con energia e perseveranza nel loro raggiungimento, anche quando la strada è in salita. La maggiore consapevolezza di sé conduce inevitabilmente alla gestione di sé: ecco che iniziamo a disegnare la nostra vita immaginando il futuro, a partire dai nostri valori che guidano le azioni e ci conducono verso la conoscenza di quali obiettivi sono raggiungibili e quali no.

Ecco che impariamo a festeggiare i successi, perché dipingono i nostri punti di forza, ma impariamo anche ad accettare gli erroriperché vengono intesi come limiti che possiamo comunque migliorare. Conoscendoci impariamo a gestire le emozioni, impariamo che in determinate situazioni noi funzioniamo così. Capiamo che la diversità delle persone è un vantaggio, perché mi offre uno specchio di come sono e di come non sono. Ed ecco che conoscendoci diventiamo più flessibili, ci adattiamo meglio a una società dove gli imprevisti sono dietro l’angolo, dove la velocità della vita scorre inesorabilmente senza che noi ce ne rendiamo conto. Possiamo iniziare ad inseguire questo tempo che scorre veloce, possiamo iniziare a tracciare il tragitto della nostra vita, partendo però da noi stessi.