Spesso sottostimiamo le straordinarie capacità del nostro cervello e del nostro corpo nell’operare in modo automatico, senza richiedere la nostra costante attenzione. Il nostro corpo funziona in modalità “pilota automatico” per gestire una vasta gamma di funzioni, spesso senza che ce ne accorgiamo. Ciò dimostra che siamo molto di più di quanto siamo consapevoli di essere.
Il cervello umano agisce come una macchina predittiva, osservando in modo continuo l’ambiente circostante analizzando le informazioni a cui viene esposto. Quando ripetiamo un’esperienza più volte, il cervello comincia a riconoscere gli elementi rilevanti, filtrando i dettagli meno importanti, evidenziando i segnali utili e archiviando queste informazioni per utilizzarle in futuro. Attraverso l’allenamento, il cervello impara a riconoscere i segnali che anticipano determinati risultati, tutto senza richiedere un pensiero cosciente. La capacità di individuare segnali significativi in una situazione specifica costituisce la base delle nostre abitudini.
Alcuni desideri possono essere innescati da ormoni e sostanze chimiche nel nostro corpo, come quando improvvisamente sentiamo fame, anche se non siamo consapevoli della causa scatenante.
Non è necessario essere consapevoli di un segnale per sviluppare un’abitudine. Possiamo semplicemente cogliere un’opportunità e agire di conseguenza senza dedicarvi una riflessione consapevole. È proprio questa automaticità che rende preziose le abitudini.
Con l’acquisizione di un’abitudine, le nostre azioni passano sotto il controllo dell’automatismo inconscio. Quando le abitudini diventano parte integrante di noi, smettiamo di prestarvi attenzione.
Col tempo, i segnali che innescano le abitudini diventano talmente comuni da sfuggire alla nostra percezione. Ecco perché il processo di modifica del comportamento deve sempre iniziare dalla consapevolezza.
Prima di poter instaurare efficacemente nuove abitudini, è fondamentale padroneggiare quelle che già possediamo. Un efficace esercizio per individuare le abitudini da cambiare è chiamato “hisa kanko” o “punta e chiama,” un metodo originariamente concepito per ridurre gli errori sul luogo di lavoro e spesso utilizzato dai conducenti di mezzi di trasporto pubblico in Giappone. Questa tecnica prevede di indicare e annunciare ad alta voce le cose importanti con il dito indice al fine di prevenire errori e chiarire eventuali ambiguità.
Il sistema ferroviario giapponese è rinomato per la sua efficienza. Ad esempio, mentre guidano i treni a Tokyo, i conducenti seguono un rituale di indicare e annunciare vari comandi e misurazioni. Questo approccio coinvolge l’uso degli occhi, delle mani, della bocca e delle orecchie, il che li rende più propensi a individuare problemi prima che si verifichino.
Io stesso, ogni volta che mi preparo per un viaggio, seguo un procedimento simile, elencando ad alta voce gli oggetti essenziali come le chiavi, il portafoglio e il passaporto. Può sembrare banale, ma funziona efficacemente nel migliorare la consapevolezza, ed è un metodo che spesso insegno nei corsi sulla sicurezza sul lavoro.
Il “punta e chiama” contribuisce a elevare il livello di consapevolezza attraverso l’articolazione verbale delle azioni, passando dalla consuetudine inconsapevole a una modalità più consapevole.
Un altro esercizio utile per sviluppare la consapevolezza comportamentale consiste nell’elaborare una lista delle nostre abitudini quotidiane. Dopo aver creato questa lista, osserviamo attentamente ciascun comportamento e ci chiediamo se si tratti di una buona, cattiva o neutra abitudine. Questo processo di auto-riflessione è un passo fondamentale nel cambiamento del comportamento, poiché richiede una consapevolezza profonda delle proprie abitudini.
Una volta presa coscienza delle abitudini, è necessario passare dalla teoria all’azione. Questo significa definire un piano preciso su quando e dove implementare una determinata abitudine. I segnali che possono innescare le abitudini sono spesso legati al tempo e al luogo, ad esempio: “Quando si verifica la situazione X, reagirò con l’azione Y.” La creazione di un programma dettagliato aumenta la probabilità di successo, eliminando l’ambiguità e l’incertezza.
Spesso, le persone credono di non avere sufficiente motivazione, ma in realtà manca loro chiarezza sulle azioni da intraprendere. Non bisogna aspettare l’ispirazione giusta per migliorare; una volta definito un piano d’azione, non occorre più prendere decisioni, basta seguire il programma precedentemente stabilito. Questo approccio mette in luce l’importanza della chiarezza nell’implementare nuove abitudini e dimostra che l’azione pianificata è più efficace dell’azione improvvisata.